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Il Board MPI Italia intervista Julius Solaris: ‘Meetica, un’esperienza favolosa!’

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By: Alessia Di Raimondo | lug 27, 2018

Julius Solaris, top influencer della event industry, esperto dei nuovi trend del settore a livello internazionale, ed Editor di Event Manager Blog, è stato keynote speaker alla 27esima Convention MPI Italia a Treviso, lo scorso 6/8 luglio. Meeticaha avuto di mitico anche questo: uno speaker d’eccezione per la sua prima volta relatore in Italia, il suo Paese d’origine.

Un intervento coinvolgente quello di Julius, fonte d’ispirazione per i tanti colleghi planner e professionisti dell’hospitality e della promozione turistica presenti all’evento. Forti gli applausi ricevuti e grande l’entusiasmo generato dalle sue pillole formative. Il Board MPI Italia al completo lo ha intervistato per raccogliere i suoi preziosi feedback a luci spente.

Elisabetta Caminiti, President: “Al rientro da Treviso, conclusasi la tua partecipazione a Meetica, cosa conservi con te di ‘Meetico’ tra i ricordi di questa 27esima Convention MPI Italia?”

Julius: Sicuramente un’esperienza favolosa. Un gruppo incredibile. Una delle poche volte che c’è stato un gruppo coeso con tanta voglia di fare per portare avanti la meeting industry in Italia. Dalle location agli eventi satellite, fino alle relazioni degli speaker, come quella di Zorzi che è stata sicuramente di ispirazione per tutti. Tutto splendido.

Maddalena Milone, VP Finance: “Il tuo primo speech in lingua italiana: cosa cambia e come cambi nel rapportati ad un audience di meeting professionals italiani rispetto ad un audience internazionale?”

Julius: Sì esatto, la mia prima volta. Ho un modo di parlare molto diretto solitamente, ma con gli italiani chiaramente lo è di più, essendo l’italiano la mia lingua madre. Non ho dovuto pensare se stessi dicendo una parola correttamente o meno. Tutto più rilassante e più fluido.

Luca Vernengo, VP Education: “Hai avuto modo di confrontarti con Andrea Zorzi, che ha condiviso con te il palco di Meetica per un doppio in Agenda molto ben riuscito. Quanto ritieni di valore aggiunto per i professionisti della event industry confrontarsi con personalità del mondo dello Sport, del Teatro, e di altri comparti in generale per crescere e accrescere il proprio bagaglio, a beneficio della propria attività? Quanto lo è stato per te e perché?”

Julius: Sono un po’ scettico quando si tratta di speaker motivazionali, persone che portano la loro esperienza di vita. Superato il momento di pathos, poi alla lunga il valore si perde. Non è stato invece il caso di Zorzi, questo perché è stato in grado di applicare la sua esperienza ad un contesto di business. Ci sono stati spunti molto interessanti, come il following vs la leadership. Complimenti per la scelta, che non è mai facile quando si tratta di individuare lo speaker giusto.

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Credits: Gaetano Virgallito Ph

Mauro Bernardini, Immediate Past President: “#FOMO, un acronimo che dopo il tuo intervento alla Convention è diventato un tormentone. Tu come e in che occasione hai avuto la cosiddetta Fear of Missing Out?”

Julius: Mi capita per eventi in cui non posso esserci perché sono in viaggio, come per alcuni IMEX in Europa o qualche WEC. Quando 40/50 contatti su Facebook o Instagram condividono foto, si stanno divertendo, commentano positivamente, tu vorresti essere lì con loro. Questo è lo strumento promozionale più forte per gli eventi, che parla più di tante brochure o siti web. Possiamo fare tutta la comunicazione che vogliamo, ma il messaggio orizzontale che manda un partecipante all’evento, durante l’evento, è molto più forte di quello che possiamo trasmettere noi da organizzatori. La #FOMO, però per intenderci, per me vale anche quando mi trovo a Las Vegas ed un mio amico condivide un caffè da Bari (ride, ndr.)
Fino a qualche anno fa brancolavamo nel buio sul vero significato dei social media. La #FOMO sta dando invece nuova linfa all’utilizzo dei social per gli eventi.

Alessia Di Raimondo, VP Communication: “Pensi che Meetica sia stata in grado di generare #FOMO?”

Julius: Assolutamente sì. Vedendo su Facebook i commenti delle persone che scrivevano ‘I wish I spoke Italian’ o che scrivevano di volerci essere, significa che avete creato un importante capitale che dovrete sfruttare anche in futuro. Potete riutilizzare i tweet e le varie foto e video, come quelli della splendida location della Chiesa di San Teonisto. Solo durante quella cena mi sono accorto dai miei contatti Facebook che erano presenti all’evento che avete generato sul mio stream di Facebook un gran movimento. Ho visto almeno 10 video con in media 350 visualizzazioni ciascuno. Ovvero, 3500 persone si sono connesse con l’evento solo durante quel momento.

Giuseppina Cardinale, VP Membership: “Prendendo spunto dai nuovi trend dell’industria degli eventi che hai condiviso con la platea di Meetica, i meeting professionals italiani sono pronti a stare al passo con il mercato internazionale?”

Julius: Assolutamente sì. Non si tratta di studiare per recuperare il tempo perso. Il vantaggio dell’era digitale è che le cose cambiano così velocemente che un operatore può fare dei salti immediati – come l’India ha fatto passando dal livello 0, tecnologicamente parlando, direttamente agli smartphone – acquisendo un vantaggio competitivo immediato.
Parliamo di experience, per esempio. L’Italia è posizionata benissimo, perché il mix Storia/Cultura/Cibo/Tradizioni, variegate ogni 10km di distanza da un luogo all’altro, permette di creare esperienze naturali che invece altrove sono create artificialmente. In Italia c’è un ‘real deal’ che dà un vantaggio sfruttabile strategicamente. Ai meeting planner internazionali occorre far capire che in Italia siamo unici e non c’è un’altra destinazione che ha questa unicità.

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Credits: Gaetano Virgallito Ph

Luca Gangemi, VP Student: “Lo Julius Solaris influencer della event industry cosa considera Out nell’Italia degli eventi e cosa invece Cool?”

Julius: Se l’experience italiana è l’aspetto per me Cool, l’Out lo ritrovo nella propensione a lamentarsi non vedendo i propri punti di forza. Durante l’evento ho parlato con dei colleghi. Si lamentavano di come a volte le cose siano un po’ stagnanti. Nulla di strano. Lo stesso accade in Inghilterra, accade in America, accade ovunque perché è fisiologico dire ‘però, se fosse diversamente…..’. L’impressione che ho avuto a Treviso, invece, anche osservando i giovani che hanno partecipato attivamente, è che c’è un grande sforzo creativo. Si sente il cambiamento e chi viene da fuori, come me, lo vede subito. Magari per voi non è percepibile nell’immediato, ma dall’esterno è chiaro il cambiamento in corso.

Carolina Santarelli, VP Sponsorship: “Alla luce dell’inserimento della posizione dell’Event Coordinator tra i lavori più stressanti al mondo, baratteresti il tuo ruolo nella event industry con un altro settore?”

Julius: No. Io personalmente ho avuto tanto dagli eventi. Lo stress c’è in ogni professione. Chi lavora nella nostra industria è ‘addicted’, dipendente dall’adrenalina che gli eventi danno, un po’ come lo si è dal caffè. Il professionista degli eventi non sente lo stress, se lo mangia a colazione, lo vive come una normalità: dallo speaker che non si presenta al buffet che non è pronto. C’è un contingency plan per questo motivo e ci si muove di conseguenza. Il professionista si distingue per questo.

Enrico Jesu, President Elect: “Quale dovrebbe essere secondo te il fil rouge per una prossima Convention MPI Italia?”

Julius: Il ruolo che MPI deve avere sempre di più nel panorama sia nazionale che internazionale è far capire come si sta evolvendo l’industria attraverso dati, esperienze, case study. Occorre scavare e capire, sia guardando tra i propri membri sia osservando lo scenario internazionale, cosa sta cambiando. Lo scopo è dare un servizio ai propri soci per capire come adeguarsi alle nuove tendenze e come reagire a problemi macro, dal terrorismo ai cambiamenti economici attorno a noi. MPI deve puntare sul servizio.

Grazie Julius a nome del Board MPI Italia 2018-2019

 

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Alessia Di Raimondo - VP Communication
Alessia Di Raimondo

 

 
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